Decretum Gratiani

ll manoscritto, prodotto in uno scriptorium bolognese entro la metà del XII secolo, è costituito da 288 fogli membranacei, compresi in fogli di guardia ottenuti dal reimpiego di due fogli di antifonari di fine Seicento con notazione musicale, ed è una copia della più antica tradizione manoscritta del Decretum Gratiani o Concordia discordantium canonum, come il celebre trattato di diritto canonico fu intitolato al momento della sua composizione a Bologna entro la metà del XII secolo.
La rilegatura originale in assi lignee ha ricevuto un rivestimento in cuoio in corrispondenza del dorso nel Settecento. I primi dodici fogli presentano un’epitome introduttiva scritta in minuscola in inchiostro bruno su due colonne, nota con le parole dell’incipit, «In prima parte agitur», che solitamente è anteposta al testo di Graziano nei più antichi Decreta. Il Decretum vero e proprio inizia al f. 13r, ugualmente vergato in minuscola in inchiostro bruno su due colonne, circondato dalla glossa ordinaria di Giovanni Teutonico secondo la redazione riveduta da Bartolomeo da Brescia, composta tra il 1234 e il 1241, e pertanto evidentemente aggiunta in un secondo momento. Lungo i margini del testo sono individuabili glosse più antiche, alcune coeve alla stesura del testo.

Particolare è la presenza al f. 254r e al f. 256r dei cosiddetti arbor affinitatis e consanguinitatis realizzati a miniatura, ossia una sorta di diagrammi per stabilire i gradi di parentela che ostano al matrimonio in caso di parentela dovuta da un legame coniugale, nel primo caso, o per legami diretti di sangue, nel secondo. Oltre a queste due decorazioni, il codice presenta altre immagini, eseguite da mani differenti in momenti successivi ed in particolare proprio a Vercelli, dove si possono scorgere affinità con le illustrazioni del Rotolo con Atti degli Apostoli, prodotto dallo scriptorium eusebiano.

Il testo fu probabilmente donato dall’arcidiacono Pietro da Robbio, nel cui lascito testamentario del 15 gennaio 1163, è citato un “Decreta […] graciani” unitamente ad altri codici.

Dati dell'opera

Soggetto: cod. XXV, Decretum Gratiani
Autore o ambito di produzione: scriptorium bolognese
Datazione: prima metà XII secolo

Misure, materia e tecnica

420 x 280 mm; 288 carte; pergamena e inchiostro con miniature

Bibliografia generale

R. Pasté, Codici pregevoli per miniature o pitture dell’Archivio Capitolare Vercellese, «Archivio della Società Vercellese di Storia e d’Arte», 2/3 (1910), pp. 255, n. 9.

S. Castronovo, La miniatura. Manoscritti romanici nella Biblioteca Capitolare di Vercelli, a cura di G. Romano, Piemonte romanico, Torino, 1994, pp. 316-333.

A. Winroth, The Making of Gratian’s Decretum, Cambridge, 2000.

G. del Monaco, Per gli inizi della decorazione del Decretum Gratiani: il codice XXV della Biblioteca Capitolare di Vercelli, in «Intrecci d’arte» 11 (2022), pp. 7-31.