Il reliquiario della Beata Vergine, di Santa Caterina, di San Barnaba e di altri santi, appartiene alla tipologia dei reliquiari a borsa, come un’altra opera del Museo contenente le reliquie del Santo Presepe e Sepolcro. Li accomuna infatti questa particolare caratteristica di poter essere trasportati: in pellegrinaggio, in battaglia, durante le processioni. Non solo: entrambi rimandano alla contaminazione tra tendenze artistiche e antichi saperi differenti, legate alle produzioni dell’Europa Settentrionale e giunti a Vercelli in momenti e per motivazioni ancora non del tutto chiarite.
L’opera è caratterizzata inoltre dalla compresenza, nei laterali, di creature cinocefale sovrastate da personaggi alati e dalla presenza dell’Albero della Vita in posizione preminente rispetto alla composizione, visibile tuttavia solo nel retro. Le laminette utilizzate per creare la composizione della parte frontale del reliquiario sono state fissate tramite chiodini, così come quelle del retro. Nella parte posteriore tuttavia la leggibilità delle scene è ottimale poiché complete, mentre nel recto le laminette sono state adattate al contenitore ligneo e fissate in verticale anziché in orizzontale. Si tratta quindi probabilmente di lamine di riuso oppure di elementi mutuati da un progetto originariamente differente.
Dati dell'opera
Soggetto: Reliquiario della Beata Vergine
Autore o ambito di produzione: oreficeria dell’Europa Settentrionale
Datazione: prima metà del VII secolo
Misure, materia e tecnica
12 x 11 x 5 cm; lamina in argento lavorata a sbalzo, cesellata e dorata
Bibliografia generale
S. Uggè, Materiali del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli: un aggiornamento preliminare, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Castello di Salerno, complesso di Santa Sofia – Salerno, 2-5 ottobre 2003), a cura di R. Fiorillo e P. Peduto, Firenze 2003, pp. 21-26.
S. Minelli, Reliquiari altomedievali del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli, in Temporis signa. Archeologia della tarda antichità e del Medioevo (2022), pp. 137-148.