Il reliquiario del Santo Presepe, del Santo Sepolcro e della pietra che lapidò Sant’Eusebio è opera di una bottega dell’Europa Settentrionale operante nella seconda metà del VII secolo. La ricca decorazione svela influssi e contaminazioni legate all’incontro tra due culture, quella longobarda, verosimilmente alle prime armi con la conversione e quella cristiana.
Non vi sono notizie documentarie legate al momento in cui il reliquiario è entrato a far parte del Tesoro della Cattedrale. La prima segnalazione è rintracciabile in un inventario quattrocentesco ancora conservato in Archivio Capitolare. Considerata la menzione della pietra che lapidò Sant’Eusebio, episodio leggendario citato dalla Vita Antiqua ascrivibile all’VIII secolo nella sua prima versione, è verosimile che il reliquiario sia stato re intitolato oppure arricchito di nuove reliquie quando è giunto a Vercelli.
Dati dell'opera
Soggetto: Reliquiario del Santo Presepe
Autore o ambito di produzione: oreficeria dell’Europa Settentrionale
Datazione: metà del VII secolo
Misure, materia e tecnica
11 x 13 x 4 cm; lamina in argento lavorata a sbalzo, cesellata e dorata
Bibliografia generale
S. Uggè, Materiali del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli: un aggiornamento preliminare, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Castello di Salerno, complesso di Santa Sofia – Salerno, 2-5 ottobre 2003), a cura di R. Fiorillo e P. Peduto, Firenze 2003, pp. 21-26.
S. Minelli, Reliquiari altomedievali del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli, in Temporis signa. Archeologia della tarda antichità e del Medioevo (2022), pp. 137-148.