Mercoledì 31 gennaio, ore 18.00, presso il Museo del Tesoro del Duomo.
La storia
Berta discendeva direttamente da Carlo Magno ed era la moglie del potentissimo marchese di Toscana. Odiatissima nelle fonti occidentali per la sua intraprendenza politico-militare, è invece ammirata dall’imperatore di Bisanzio, che la chiama “la grande Berta”. Non fu mai regina, ma nell’anno dell’egira 293 (novembre 905-ottobre 906) scrisse una lettera al califfo di Bagdad nella quale si definiva “regina di tutti i Franchi”, gli offriva alleanza e gli inviava doni.
Questa lettera, sconosciuta in Occidente, ci è giunta attraverso la tradizione araba della letteratura di intrattenimento dell’uomo per bene. Notizie circa la lettera giungono già a metà del secolo X in Cina, negli annali della dinastia T’ang.
Il fatto storico diviene l’occasione per parlare di come le fonti (scritte da uomini e da uomini di chiesa, come era allora) trattano le donne, ma anche di come alcuni stereotipi siano decostruibili: Oriente e Occidente non erano affatto impermeabili nell’alto medioevo; vi erano donne di alto livello sociale che agivano politicamente e in un quadro internazionale.
Nel corso dell’incontro verranno lette la missiva di Berta al califfo e altre fonti di rilievo.
Chi conduce la conferenza
Germana Gandino, professore di Storia Medievale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’UPO.
Antonella Carignani, voce narrante.
L’ingresso è gratutio.
La conferenza si svolge nell’ambito del progetto Comuni Narrazioni-Narrazioni Comuni della Fondazione Piemonte dal Vivo e del Comune di Vercelli.