Credo che le donne siano pazze a pensare di essere uguali agli uomini. Sono di molto superiori, da sempre. – Sir William Golding
(Premio Nobel per la Letteratura, 1983).
Un blog sulle donne, per la festa della donna?
Forse non è proprio così: anche se la citazione iniziale viene da un Premio Nobel, è davvero troppo forte. La via di mezzo è sempre la migliore, il valore di una persona non si misura in base al suo genere. Qualunque esso sia.
Oggi però scriviamo della festa della donna. Non solo perché è l’8 marzo, ma anche per quanto la sentiamo in quest’anno di Servizio Civile. La Fondazione MTD conta infatti in organico attivo 4 donne: noi più Sara e Silvia, i conservatori. Molte sono le donne che collaborano con la Fondazione, per i progetti, per gli eventi, per le attività che ci coinvolgono. Insomma, la compagine femminile che ruota intorno a Museo, Biblioteca e Archivio è grande, quindi, per farci gli auguri a vicenda abbiamo deciso di fare ciò che ci riesce meglio: ricercare qualche spunto storico. Con la leggerezza che ci contraddistingue… non siamo ricercatrici, ma non ci tiriamo indietro quando si tratta di cercare qualche riferimento storico.
Qualcuno ci ha chiesto perché si festeggia la festa della donna…
Partiamo dalle basi: la denominazione corretta è Giornata Internazionale della Donna o Giornata Internazionale dei diritti della donna. Due denominazioni che vogliono dire molto, moltissimo. Che rievocano le lotte, i diritti ottenuti alzando la voce, manifestando e mantenendo il punto. Donne, molto spesso comuni, che ci hanno regalato oggi libertà e diritti a volte dati per scontati, ma che non lo sono affatto.
La prima festa della donna è stata celebrata il 3 maggio 1908, a Chicago, durante una conferenza del partito socialista presieduto da una donna, poiché l’oratore ufficiale (un uomo) era assente. Fu in quel momento che iniziò a balenare l’idea di istituire una data che celebrasse la donna. Sempre negli Stati Uniti, l’anno successivo, la festa della donna si celebrò il 23 Febbraio in onore del diritto di voto.
La data oggi festeggiata, l’8 Marzo, può essere riconducibile a due eventi. Il più conosciuto è citato come il Trinagle Fire e ha visto la morte di 134 operaie in un incendio, scoppiato nella fabbrica Triangle di New York, nel 1911. Lavoratrici che perirono mentre stavano scioperando per denunciare le terribili condizioni di lavoro a cui erano sottoposte ogni giorno. Le donne, le operaie, erano soprattutto immigrate Italiane, che cercavano solo di migliorare la loro condizione di vita.
Il secondo evento storico è legato alla Rivoluzione di Febbraio in Russia. L’8 marzo 1917, corrispondente al 23 febbraio del calendario Giuliano, a Pietrogrado (San Pietroburgo) nel quartiere proletario di Vyborg, al grido “Pane e Pace”, le donne scesero in piazza per protestare contro la guerra e il continuo aumento dei prezzi degli alimenti. Al piccolo corteo di operaie si unirono anche i lavoratori delle officine Putilov. Insieme, marciarono verso palazzo Tauride, sede della Duma, il parlamento Russo, sfidando i cosacchi, per chiedere un aumento dei salari ed una diminuzione dei prezzi degli alimenti. Il risultato di questa marcia per i diritti, di tutti, non solo delle donne, fu incredibile. Il 24 Febbraio 1917 (9 Marzo per noi), lo Zar Nicola II, abdicò, dichiarando così anche la fine della guerra contro la Germania.
In Italia la festa della donna, venne riconosciuta solo nel 1944, grazie all’UDI, Unione Donne Italiane, che decise di celebrare la festa l’anno successivo. Nel 1946 venne introdotta la mimosa come fiore ufficiale della festa della donna.
Clara Zetkin, la donna chiave
L’ufficializzazione della celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, in data 8 Marzo è da ricondursi agli sforzi della Socialista Clara Zetkin.
Leader del movimento operaio tedesco e non solo, fu una figura fondamentale per il movimento socialista femminile in Germania ed in Europa. Eppure si avvicinò al mondo della politica per caso: aderì ai movimenti socialisti in Germania e nel 1878 si iscrisse al Partito Socialista dei Lavoratori della Germania, SPD, ovvero l’odierno Partito Socialdemocratico di Germania.
Fu una delle prime donne a tenere un discorso pubblico. Nel 1891 parlò al Congresso del Partito Socialdemocratico tedesco sottolineando la necessità di un’organizzazione del lavoro femminile. Nel 1910, giocò un ruolo fondamentale nell’organizzazione della Conferenza internazionale delle donne socialiste di Copenaghen. Fu durante questa conferenza che si stabilì l’8 Marzo come data ufficiale per la Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna.
Clara purtroppo venne esiliata nel 1933 da Hitler e fu mandata a Archangel’skoe in Russia, dopo la messa al bando del partito comunista tedesco. Morì all’età di 76 anni, senza essersi mai fermata un giorno per la lotta dei diritti delle donne, ed è per questo che ancora oggi, anche se molto ricordata, è un tassello fondamentale dei diritti delle donne Europee.
Delicatezza e femminilità. La mimosa
Furono le femministe e militanti politiche Rita Montagnana e Teresa Mattei a scegliere il rametto dai fiori gialli, come simbolo della festa della donna.
Delicata e pienamente rappresentativa della luce primaverile, molti pensano che la mimosa sia un fiore, ma in realtà è una pianta. E’ stata preferita alla violetta, poiché più economica e facile da reperire, soprattutto nel dopoguerra. Era anche il fiore che solitamente i partigiani regalavano alle staffette, cioè a tutte quella donne affiliate alla resistenza italiana che avevano il compito di tenere la corrispondenza e i collegamenti tra le varie brigate partigiane.
“Scegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne che è anche il fiore che i partigiani regalavano alle staffette”(Teresa Mattei)
Seppur regalare una mimosa sia un’usanza tutta italiana, la pianta in sè ha goduto di particolare attenzione anche in altre culture. Per gli Indiani d’America la mimosa si può ricondurre alla femminilità ed alla passione di una donna. Altre usanze collegavano la mimosa ai sentimenti nutriti in segreto considerandola la pianta degli amanti. Inoltre, gli aborigeni Australiani la usavano come medicinale; anzi ancora oggi si pensa abbia proprietà curative.
Per concludere…
Qualche accenno alla festa, molte donne di spessore tra le righe. Forse oggi non le ricordiamo tutte, forse non ci rendiamo conto di quanto la lotta delle donne sia ancora in corso, viva e pulsante più che mai, nelle sue mille sfumature. La costante ricerca della parità dei generi, la doverosa acquisizione dei diritti universali, la lotta contro ogni discriminazione. Se la storia insegna, la storia si crea, ieri come oggi, grazie a donne e uomini che, grattando la superficie, hanno portato avanti le loro battaglie. Oggi allora forse celebriamo le donne, ma anche tutti i liberi pensatori e sottolineiamo ciò che le donne del passato ci hanno insegnato: cerchiamo di lasciare “un posto migliore di come lo abbiamo trovato”. Un posto dove la parità, l’uguaglianza e il rispetto sono lo scheletro della società.
Buona Giornata Internazionale della Donna!
Micol e Martina