Opera antica e monumentale, il Crocifisso Ottoniano della Cattedrale di S. Eusebio è sicuramente uno dei simboli di Vercelli.
Ad un anno dalla presentazione del volume della Fondazione Museo del Tesoro del Duomo, curato da Saverio Lomartire, ancora oggi l’importante lavoro di ricerca e restauro del Crocifisso è oggetto di approfondimento.
La storia
Il Crocifisso è stato realizzato attorno all’anno Mille, probabilmente per volere del vescovo Leone. Trova confronti in esemplari simili conservati a Pavia, Milano e Casale Monferrato, ma di cui certamente quello vercellese ne è l’esempio più alto.
E’ stato eseguito in sottile lamina metallica, in parte dorata, lavorata a sbalzo e posta su un riempimento in cocciopesto, colofonia, cera d’api, olii essicativi su anima lignea.
Nell’ottobre 1983, quando il Crocifisso si trovava in una cappella laterale della Cattedrale di S. Eusebio, è stato oggetto di un atto vandalico che ne ha compromesso l’intera struttura.
In seguito all’atto vandalico, sono iniziati i lunghi lavori di restauro che hanno portato al ripristino del Crocifisso. Il riempimento originale e i frammenti tessili in rinvenuti hanno trovato successiva collocazione presso il Museo del Tesoro del Duomo.
Restauro e ricerche
Durante l’intervento di restauro del Crocifisso sono stati raccolti molti dati materiali, storico-artistici e iconografici, confluiti in seguito nell’importante volume “Il Crocifisso Ottoniano di Vercelli. Indagini tecnologiche, diagnostica e restauri” edito nel 2016 da Gallo Artigrafiche. Curato da Saverio Lomartire, docente dell’Università del Piemonte Orientale, il libro nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare e l’UPO e grazie al contributo del progetto MEMIP finanziato dalla Regione Piemonte.
Antefatto del volume, a 25 anni dallo scempio: Giornata di Studio “Mi ricoprirono di oro e di argento…”. Il crocifisso del Duomo di Vercelli e il suo restauro (22 novembre 2018), organizzata dalla Fondazione, l’Arcidiocesi di Vercelli (Ufficio Beni Culturali) e il Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Sant’Eusebio, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’UPO e il MiBACT.
Per un resoconto delle analisi svolte si veda extra{campus} n. 3 del dicembre 2018.