Il 12 dicembre 2018 è iniziata l’avventura di Noemi e Giorgia presso il Museo del Tesoro del Duomo.
Le due giovani volontarie del Servizio Civile Nazionale, fino a dicembre 2019, parteciperanno alla promozione del patrimonio culturale vercellese nell’ambito del progetto La cultura si fa in 5.
A condividere in parte il loro anno formativo e lavorativo saranno i volontari del Museo Borgogna, del Museo Leone, del Museo Archeologico Civico (MAC) e dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Vercelli.
Abbiamo chiesto loro di raccontarsi e, a rompere il ghiaccio, è Noemi.
Chi sono?
Mi chiamo Noemi Savitteri e ho appena concluso gli studi universitari.
Negli ultimi tempi ho cominciato a maturare, come è giusto che sia, una necessità a me nuova: il bisogno di fare qualcosa di concreto, per me e per gli altri. Spinta da questo desiderio, ho deciso di fare domanda per il Servizio Civile Nazionale.
Mi sono candidata per il progetto Cultura, probabilmente perché è l’ambito a me più consono, un ambiente dove mi sento al sicuro.
La cultura mi ha sempre dato tanto e sono pronta a ricambiare.
Il mio primo mese al servizio della cultura
Da quel 12 dicembre 2018, giorno in cui ho preso servizio presso il Museo, ho capito che questa era la sede giusta per conseguire i miei obiettivi. La cultura, presso la Fondazione MTD, si mostra in molte delle sue sfaccettature: manoscritti, oreficeria, dipinti, arazzi… ne sono letteralmente circondata!
Naturalmente, questa splendida poliedricità ha fatto nascere in me timori, legati soprattutto alle mie capacità. Questa è la mia prima avventura nel mondo dei beni culturali, ma sono pronta a mettermi in gioco e a fare tutto ciò che è necessario per imparare.
E, a dire il vero, in questo primo mese di cose ne ho imparate tante. Ogni giorno è una scoperta; ogni giorno apprendo qualcosa sulla mia città, sul Museo, sulla Biblioteca Capitolare e su di me.
Quale strada voglio percorrere?
Scoprire ogni giorno aneddoti, storie e segreti del mestiere è stimolante. Conoscere è un dono prezioso e chi vive di cultura non smette mai di farsi regali. E poi il contatto con la gente, i sorrisi, le uscite per il volantinaggio, la soddisfazione di dare la tua prima informazione giusta a un visitatore senza l’aiuto di un esperto e il notare, col tempo, che cose dapprima sconosciute diventano sempre più familiari.
Non ho certezze riguardo all’anno che trascorrerò, ma sono grata di poter vivere un’esperienza così formativa ed entusiasmante. Farò del mio meglio per dimostrare, agli altri e soprattutto a me stessa, di essermela meritata.