Grazie al Soroptimist Club di Vercelli, che ha celebrato il suo sessantennale quest’anno, al Museo del Tesoro del Duomo è nato un nuovo percorso: Donne Preziose.
A Global Voice for Women
Soroptimist International è un’associazione mondiale di donne impegnate in attività professionali o manageriali che, volontariamente, mettono in campo le loro risorse per promuovere la piena realizzazione delle donne, in ogni ambito. Un club di servizio composto da donne che lavorano per le donne e lo fanno unendosi in un’unica voce. Il primo Soroptimist Club Italiano è nato a Milano nel 1928. Nel Dopoguerra, precisamente nel 1950, i vari club si sono allineati nell’Unione Italiana. Oggi in Italia i club sono 163 per un totale di circa 5.300 socie.
Il Soroptimist International Italia (SII), vanta rappresentati presso il Comitato Nazionale di Parità presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Alcune socie sono parte dell’Osservatorio per l’integrazione delle politiche per la parità di genere presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Club ha inoltre sottoscritto protocolli d’intesa con l’Arma dei Carabinieri e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
Il Soroptimist Club di Vercelli è il 29° dell’Unione Italiana. E’ stato fondato il 30 giugno 1964.
Un percorso volto a guardare oltre le opere…
Il 2024 è quindi il sessantennale della sezione vercellese Soroptimist e, per celebrare questa ricorrenza, il Museo del Tesoro del Duomo ha deciso di proporre un nuovo percorso di visita. Donne Preziose ricorda alcune delle figure femminili più influenti del cristianesimo insieme a donne che non godono della stessa popolarità. In un Museo dove non vi è declinazione di genere ma sono spesso ricordati canonici, vescovi e sabaudi, abbiamo trovato l’introvabile. Non solo figure bibliche, ma anche donne laiche che hanno incrociato la loro storia con quella della Cattedrale e che molto spesso rischiano di finire nell’oblio della memoria.
In pochi conoscono infatti la storia della Marchesa Alessandra Durazzo, di Maddalena Borromeo o di Jolanda di Savoia. E’ inoltre perfettamente normale non conoscere in modo approfondito la storia di Santa Restituta. Eppure la donna era la madre di Sant’Eusebio di Vercelli, il primo vescovo, figura che nel IV secolo ha giocato un ruolo chiave nell’evangelizzazione dell’Italia Settentrionale. Restituta, a sua volta, fu fondamentale nella definizione della fede del figlio. Per salvarlo, insieme alla sorella Eusebia, lo portò da Cagliari a Roma, dopo la morte del marito perseguitato per la sua fede cristiana. Restituta stessa fu vittima di martirio, sacrificando la sua vita per quella stessa fede di cui fu baluardo il figlio.
Ecco che raccontare la sua storia, e quella di tutte le altre, permette alle collezioni esposte di essere parte di narrazioni più efficaci capaci di restituire davvero al visitatore una visione completa dell’importanza del patrimonio ecclesiastico vercellese.
Le coordinate
Il percorso nato dal sessantennale Soroptimist è stato lanciato nell’ultimo weekend di settembre 2024, in occasione dei festeggiamenti ufficiali del club. Tuttavia, sarà mantenuto anche in futuro, per dare modo a chi è interessato di approfondire ulteriormente la storia delle collezioni. Per aggiungere il percorso alla propria esperienza di visita basta chiedere la scheda cartacea in biglietteria oppure, tramite QR code, si può approfondire con il proprio dispositivo.