Tra gli obiettivi a lungo termine della Biblioteca Capitolare di Vercelli vi è quello di diventare una Digital Library. Abbattere i confini geografici, avvicinarsi ai ricercatori, rendere fruibile un patrimonio che deve essere conservato ma anche conosciuto.
La premessa
Ormai da anni, attraverso varie esperienze nazionali e internazionali, la Fondazione lavora per raccontare al pubblico, specialistico e generico, i tesori librari del Capitolo della Cattedrale di S. Eusebio. 260 manoscritti medievali sono infatti oggetto di studio e ricerca costante, nonché di tutela.
Tra i tanti progetti, i più conosciuti sono sicuramente quelli legati alla Vercelli School of Medieval European Palaeography (VSMEP), alla presenza dei manoscritti musicali su Cantus Database, le esperienze legate all’iniziativa Adotta un manoscritto.
E ancora, le avveniristiche ricerche del Lazarus Project e le collaborazioni con Università, enti di ricerca e altre istituzioni votate alla valorizzazione del patrimonio medievale a livello internazionale.
Il desiderio di portare virtualmente fuori dalla Biblioteca i manoscritti si sta poco alla volta concretizzando.
Il progetto
La Biblioteca Capitolare di Vercelli si sta aprendo al mondo, grazie al progetto di catalogazione e digitalizzazione dei suoi manoscritti.
Tutto questo con lo scopo di arrivare nei prossimi anni alla creazione di una Digital Library.
Un obiettivo ambizioso, sostenuto dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI e portato avanti in sinergia con l’Arcidiocesi di Vercelli.
La chiave per aprire il portone di accesso ad una comunità più ampia di quella dei frequentatori abituali della Biblioteca è ManusOnLine (MOL) database dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le informazioni bibliografiche.
I protagonisti
260 volumi prodotti tra il IV e il XV secolo, più 80 frammenti di manoscritti sono al centro del progetto. Una parte di quella che, nel medioevo, doveva essere una grande biblioteca a disposizione della Cattedrale di S. Eusebio di Vercelli e della scuola in essa istituita. Un frammento di quel patrimonio giunto sino a noi.
Non solo il Codex Vercellensis Evangeliorum del IV secolo e il Vercelli Book della fine del X. Molti altri testimoni del medioevo europeo: il Salterio (ms LXII) con il Martirologio di Rabano Mauro e le Etymologiae di Isidoro di Siviglia (ms CCII) del IX secolo. La Collectio canonum (ms CLXV), sempre del IX secolo e le Leges Langobardorum (ms CLXXXVIII) dell’VIII secolo. Un vero tesoro per una Digital Library.
I professionisti
Attori non protagonisti sono i catalogatori: Gionata Brusa, Maria Luisa Russo, Alessia Marzo.
Gionata Brusa, vercellese, è uno degli studiosi da sempre più attivi in Biblioteca Capitolare. Conosce i manoscritti conservati dalla Fondazione, soprattutto i musicali e i liturgici, in modo molto approfondito. Ricercatore presso la Österreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna e PhD Student in Musicologia all’Università di Würzburg, è autore di libri, saggi e articoli in campo internazionale.
Maria Luisa Russo è specialista in tutela, restauro, gestione, valorizzazione di beni archivistici e librari. Si occupa di diversi progetti nazionali e internazionali tra cui quello del Centre for the Study of Manuscript Cultures dell’Università di Amburgo come co-manager del progetto di salvaguardia dei manoscritti di Timbuctu, Mali. Inoltre, collabora con l’Hill Museum and Manuscript Library di Collegeville (Minnesota, USA).
Alessia Marzo è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino. Studiosa di codici, miniature e delle cifre stilistiche che le contraddistinguono, si è occupata dei manoscritti del canonico Cotta conservati presso la Biblioteca Capitolare di Vercelli. Cotta, nel 1194, ha donato al Capitolo di S. Eusebio un corpus di manoscritti utili ad avviare una scuola teologica conforme a quelle fiorite nel corso della seconda metà del XII secolo a Parigi.